
Pendenti Fiore di Loto: i più amati per la tua Mālā





Il fiore di loto è una pianta acquatica appartenente alla famiglia delle Nelumbonaceae originaria dell’Asia e dell’Australia.
La sua simbologia antica porta con sé significati di purezza e spiritualità, attraversando le tradizioni dell’induismo e del buddismo, per le quali è emblema dell’elevazione spirituale cui aspirare ed icona della “purezza dell’anima” da conservare e preservare.
I fiori di loto affiorano sul livello dell’acqua, si schiudono ai raggi del sole con straordinaria bellezza intanto che, i lunghi steli su cui poggiano, affondano le loro radici nel fango. Lo splendore che manifestano evoca l’abilità dell’individuo di rimanere “puro” e “incontaminato” in presenza delle avversità della vita ed il pieno “risveglio” cui è chiamato chi percorre un sentiero spirituale.
“Padmā”, il nome del loto in sanscrito, è un simbolo di buon auspicio e fauste proprietà e sovente si trova nell’iconografia dei deva:
“Padmā” è l’epiteto col quale ci si rivolge a Lakṣmī, la devī della buona sorte e dell’abbondanza che sul fiore di loto siede;
Gaṇeśa tiene in mano un fiore di loto insieme al cappio per indicarci la forza che lega il devoto all'eterna beatitudine del Sé;
Brahmā, il creatore dell’universo, siede sul fiore di loto che cresce dall’ombelico di Viṣṇu.
Anche i cakra, i centri sottili della fisiologia indiana, hanno l’apparenza di un loto con un certo numero di petali il cui schiudersi indica metaforicamente il risveglio dell'energia dormiente, presente in ogni individuo, che raggiunge il suo apice nell’ultimo cakra, situato in cima alla testa e rappresentato dal “loto dai mille petali”, il “sahasra-dala-padma”.
Si narra che ad ogni passo del Buddha splendidi fiori germogliavano dal terreno. I suoi insegnamenti sono veicolati dal “Sutra del Loto”, gli scritti che indicano la via del pieno “risveglio” e della piena “buddhità”, la gioia delle gioie, l’illuminazione che può sbocciare anche in una vita ordinaria.
Metaforicamente siamo tutti come dei fiori di lotio immersi nell’acqua fangosa e siamo tutti dotati della loro capacità di preservare la purezza dell’anima e del copro.
Poeticamente, non ci resta che risvegliarci, sbocciare al sole e permeare l’aria del loro stesso profumo.Anche i cakra, i centri sottili della fisiologia indiana, hanno l’apparenza di un loto con un certo numero di petali il cui schiudersi indica metaforicamente il risveglio dell'energia dormiente, presente in ogni individuo, che raggiunge il suo apice nell’ultimo cakra, situato in cima alla testa e rappresentato dal “loto dai mille petali”, il “sahasra-dala-padma”.
Si narra che ad ogni passo del Buddha splendidi fiori germogliavano dal terreno. I suoi insegnamenti sono veicolati dal “Sutra del Loto”, gli scritti che indicano la via del pieno “risveglio” e della piena “buddhità”, la gioia delle gioie, l’illuminazione che può sbocciare anche in una vita ordinaria.
Metaforicamente siamo tutti come dei fiori di lotio immersi nell’acqua fangosa e siamo tutti dotati della loro capacità di preservare la purezza dell’anima e del copro.
Poeticamente, non ci resta che risvegliarci, sbocciare al sole e permeare l’aria del loro stesso profumo.

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