L’ESSENZA DI UN ANTICO STRUMENTO DI MEDITAZIONE
Ogni grano, lungo il filo, accompagna un mantra: un respiro, un’intenzione, una preghiera silenziosa che invita a guardare nel cuore delle cose.
Per comprenderne l’essenza, occorre risalire alle sue origini e al suo significato più profondo.
SIGNIFICATO DELLA JAPAMĀLĀ
La japamālā, o mālā, è uno strumento spirituale che accompagna la meditazione
e la recitazione dei mantra, per favorire consapevolezza e connessione interiore.
Un Filo Sacro di Devozione
Simbolo di devozione e fede, la japamālā è un filo sacro che rappresenta la continuità del cammino interiore e la dedizione che lo accompagna.
Radicata nella tradizione indiana, custodisce la pratica del japa, la ripetizione del mantra che conduce a stati di profonda consapevolezza.
Ogni perla, ogni nodo, è un invito a fermarsi, respirare e ritrovare il contatto con il proprio sé.
L'Orgine del Nome
Il termine sanscrito japamālā unisce due parole: japa, “mormorare” o “sussurrare un mantra”, e mālā, “ghirlanda”, “collana” o “corona”.
Japa è la pratica della recitazione del mantra, mentre la mālā è lo strumento che sostiene il ritmo e la continuità di ogni ripetizione.
Strumento per la Meditazione
Usare questo strumento nella meditazione aiuta la mente a restare vigile e centrata, mentre corpo e respiro trovano armonia.
Le dita scorrono sui grani con delicatezza, sostenendo il ritmo di ogni ripetizione.
Il gesto di “sgranare”, muovendo uno a uno i grani della mālā, calma il flusso dei pensieri, riduce le distrazioni e rafforza la presenza interiore.
Gioiello per l'Anima
Ogni mālā è un gioiello dell’anima, che nasce per coltivare i nostri intenti più puri e accompagnarci nella loro manifestazione.
Indossarla significa risvegliare la memoria del proprio intento e amplificarne l’energia nel quotidiano.
RADICI E TRADIZIONI
La pratica del japa e l’uso della mālā affondano le loro radici nelle antiche tradizioni spirituali dell’India,
sviluppandosi nel tempo nei contesti induista, buddhista e in altre vie religiose.
Tradizione Induista
Nella tradizione vedica, il mantra è sacro perché ogni suono porta in sé una vibrazione che può connetterci al nostro Sé interiore.
Con il tempo, tradizioni come quelle āgamiche e tantriche hanno integrato l’uso della mālā per facilitare la ripetizione dei mantra.
Nella via della bhakti, il japa diventa un atto d’amore e di devozione, una preghiera del cuore rivolta alla divinità.
Tradizione Buddista
Nel Buddhismo, la mālā è uno strumento essenziale per la recitazione dei mantra, come l’iconico Om Mani Padme Hum, che racchiude la compassione e l’intento di raggiungere l’illuminazione.
Diffusasi attraverso gli insegnamenti del Buddha, la pratica del mantra, soprattutto nel Buddhismo Mahayana, è divenuta parte integrante della meditazione.
Con il tempo, l’uso della mālā si è esteso in molte culture asiatiche, come simbolo del cammino verso il risveglio interiore.
Altre Tradizioni Religiose
Nel Giainismo, il japa è legato alla ripetizione di mantra e preghiere per coltivare devozione, purificazione e protezione, e sono spesso dedicati ai Tīrthaṅkara, i maestri spirituali della tradizione.
Nel Sikhismo, la meditazione japa prevede la recitazione del mantra Waheguru, che esprime meraviglia e venerazione per il divino.
In questa tradizione, la mālā, nota come “mālā di mool mantar”, accompagna la pratica come strumento di presenza e preghiera.
Tradizioni Contemporanee
Oggi la pratica del japa è diffusa anche oltre il contesto religioso, come via di consapevolezza e benessere.
Viene utilizzata per calmare la mente, ritrovare equilibrio e coltivare uno stato di serenità interiore.
COM’È FATTA UNA MĀLĀ
Una japamālā è composta da perle infilate su un filo con nodi fatti a mano.
I materiali variano secondo la tradizione: semi di Rudrākṣa, Loto e Vaijayantī,
legni sacri come Sandalo e Tulsī, oppure pietre dure naturali.
Numero dei Grani
Tradizionalmente, una japamālā ha 108 perle, ma può averne multipli o sottomultipli di questo numero sacro, come 90, 72, 54, oppure 27 e 9 nelle versioni da polso, per adattarsi a usi specifici.
Guru - il Grano Centrale
Ogni japamālā include un grano più grande, detto guru o sumeru, che segna l’inizio e la fine di un ciclo di ripetizioni del mantra.
Simboleggia il maestro spirituale e la connessione con la saggezza universale.
Nappina - il ciuffo di fili
La nappina, posta alla fine della japamālā, rappresenta l’illuminazione raggiunta attraverso la meditazione.
È il simbolo del “fiore dai mille petali” (sahasrāra-dala-padma), che sboccia idealmente sulla sommità del capo al momento del risveglio spirituale.
PERCHÉ 108 PERLE?
Il numero 108 ha un significato sacro e simbolico
che unisce elementi cosmici, matematici e spirituali.
Un numero Sacro
In una visione universale, rappresenta l’armonia tra le forze del cosmo, la loro manifestazione nel mondo fisico e la connessione tra microcosmo (l’individuo) e macrocosmo (l’universo).
Il 108 riflette anche la ciclicità e il ritorno all’origine.
È considerato una rappresentazione della realtà, dove ogni cifra racchiude un significato profondo.
Il Significato dei Numeri
1 – rappresenta la realtà ultima, l’origine di tutte le cose, il punto da cui nasce la creazione e si sviluppa l’esistenza. Simboleggia la conoscenza suprema e la connessione con il divino.
0 – rappresenta il cosmo, il vuoto assoluto, lo stato di samādhi in cui l’ego si dissolve e si raggiunge l’illuminazione. È l’unione perfetta di corpo, mente e spirito.
8 – rappresenta l’infinito, la ciclicità della vita e la forza creativa dell’universo. È simbolo dell’eternità e della natura creativa.
Il Valore Matematico del 108
Anche dal punto di vista matematico, il numero 108 rivela un’armonia particolare. La somma delle sue cifre (1 + 0 + 8) dà 9, un numero che richiama l’unità e la completezza.
Un aspetto curioso è che ogni numero moltiplicato per 9 genera un risultato la cui somma delle cifre riconduce sempre a 9:
3 × 9 = 27 → 2 + 7 = 9
5 × 9 = 45 → 4 + 5 = 9
7 × 9 = 63 → 6 + 3 = 9
Questa costante “riduzione a 9” richiama il ritorno all’essenza, alla verità ultima e alla realizzazione della completezza spirituale.
La simmetria del 108 riflette così l’idea di unità e perfezione, temi centrali in molte tradizioni spirituali.
“Nella pratica del japa, le perle rappresentano le pietre miliari, mentre la mālā è il sentiero.
Entrambi sono essenziali per guidarti verso la tua meta interiore”
Svāmī Śivānanda Sarasvatī
108 Perle, 108 Passi
Ogni perla della japamālā rappresenta un passo, e ogni passo è un nuovo inizio:
un invito a riscoprire la nostra essenza.
Il numero 108 diventa così un cammino che ci unisce all’universo,
una danza tra il nostro respiro e il respiro cosmico.
L’Energia del Corpo e del Suono
La ripetizione dei 108 grani non è solo un gesto fisico, ma un’esperienza energetica che ci riallinea con il flusso vitale che attraversa ogni cosa.
Nella tradizione ayurvedica, il corpo è attraversato da 108 marmāṇi, punti energetici che collegano il corpo fisico al campo sottile. Ogni marma è sensibile e ricettivo, e attraverso la vibrazione del suono e l’intenzione della mente può essere risvegliato e armonizzato.
La ripetizione ritmica del mantra agisce su questi centri, favorendo il libero fluire dell’energia vitale e riportandoci a uno stato di equilibrio e presenza.
Ogni grano diventa parte di un percorso sacro che ci riconnette all’universo e al nostro centro, aiutandoci ad abitare pienamente il nostro spazio interiore.
La Ciclicità della Vita nella Mālā
La forma circolare della mālā, con il suo movimento senza inizio né fine, simboleggia la ciclicità della vita e del cammino spirituale.
Rappresenta il flusso eterno di nascita, morte e rinascita, un continuo processo di esperienza e trasformazione.
Ogni perla è un passo del nostro viaggio interiore: ogni momento, un’occasione per crescere e ritrovare il proprio centro.
La circolarità della mālā ci ricorda che la ricerca non ha un traguardo, ma è un movimento costante verso una comprensione più profonda di sé.
Ogni giro, ogni mantra ripetuto, rinnova la connessione con noi stessi e con il ritmo dell’universo.
La forma circolare insegna che ogni fine è anche un nuovo inizio, e che in ogni passo risiede la bellezza del cammino.
MATERIALI JAPAMĀLĀ
I materiali utilizzati nella realizzazione di una mālā portano con sé significati simbolici e spirituali profondi.
Semi di Piante Sacre
Fin dai tempi antichi, i semi delle piante sacre sono stati scelti per la loro vibrazione spirituale.
Tra i più usati ci sono la rudrākṣa, seme dell’albero Elaeocarpus ganitrus, noto per le sue qualità calmanti e protettive; i semi di loto, ottenuti dalla capsula del fiore di loto, simbolo di purezza e rinascita; e quelli di vaijaiantī, legati alla divinità Kṛṣṇa e associati alla grazia e alla devozione.
Anche i legni sacri, come il sandalo, dal profumo che favorisce la meditazione, e il tulasī, (Ocimum sanctum, o basilico sacro), pianta purificante e protettiva, sono tradizionalmente impiegati per realizzare mālā che sostengono la mente nella pratica.
Pietre Dure e Cristalli
Molte mālā sono arricchite con pietre e cristalli, ciascuno portatore di proprietà energetiche specifiche.
L’ ametista, ad esempio, è conosciuta per la sua capacità di stimolare l’intuizione e la saggezza, mentre il turchese, pietra simbolo di protezione, favorisce la comunicazione e l’armonia tra corpo, mente e spirito.
Ogni pietra amplifica l’intento del praticante, donando alla mālā una forza energetica unica.
Altri Materiali Naturali
Alcune japamālā vengono realizzate con materiali naturali come cocco, conchiglie, semi di bodhi, curcuma o osso di yak.
Questi doni della terra rendono ogni mālā autentica e viva, un ponte tra il mondo naturale e quello spirituale.
Il cocco rappresenta la purezza e la sincerità d’intento; le conchiglie richiamano la voce dell’oceano e la protezione; i semi di bodhi, legati all’illuminazione del Buddha, simboleggiano la saggezza; la curcuma evoca energia vitale e benedizione; l’osso di yak ricorda l’impermanenza della vita e il potere della trasformazione.
Ogni materiale ci ricorda l’interconnessione di tutti gli esseri viventi e la sacralità della vita stessa.
COME SI USA LA MĀLĀ?
Imparare a usare una mālā è spesso il primo passo per avvicinarsi alla meditazione e integrare la consapevolezza nella vita quotidiana. Ecco alcuni semplici gesti che ho imparato per iniziare la pratica del japa.
Come Tenere la Mālā
In un ambiente tranquillo e rilassato, la mālā si tiene con la mano destra, tra pollice e anulare. Il dito medio fa scorrere i grani uno a uno, da destra a sinistra, accompagnando ogni movimento con la ripetizione del mantra. Il ritmo che nasce è regolare e armonioso, un gesto familiare, simile al movimento delle dita sul rosario cristiano.
Significato del Dito Indice
Quando la japamālā scorre tra le dita, i maestri consigliano di non usare il dito indice, poiché è simbolicamente associato all’ego e alle sue interferenze nella meditazione. Lasciarlo fuori dal movimento aiuta ad abbandonare il desiderio di controllo e a mantenere la mente libera, il cuore aperto e la pratica centrata sulla presenza.
Un Ciclo di Ripetizioni
Prima di iniziare la pratica con la mālā, prenditi un momento di silenzio.
Lascia che la mente si calmi e che la consapevolezza emerga: è lo spazio che prepara la meditazione.
Comincia dal primo grano dopo il guru e lascia che il mantra trovi il suo ritmo, procedendo lungo il filo della mālā.
Ad ogni perla, ripeti con calma e concentrazione, lasciando che la vibrazione del mantra ti orienti verso il tuo centro interiore.
Percorrendo l’intera circonferenza della mālā, quando raggiungi di nuovo il guru, un giro è completato.
Per iniziare un nuovo ciclo, non oltrepassare il guru, ma fermati al grano precedente, in segno di rispetto verso il maestro.
Poi, gira delicatamente la mālā tra le dita nel palmo, così l’ultimo grano del ciclo diventa il primo del successivo.
È un gesto semplice, che rappresenta il flusso continuo della meditazione, un viaggio che non ha fine.
BENEFICI DELLA MĀLĀ
La japamālā è una compagna preziosa nella pratica meditativa. Tenerla tra le mani o indossarla diventa un promemoria concreto delle proprie intenzioni.
Sgranare i grani aiuta la mente a trovare ritmo e presenza, favorendo un’immersione più profonda nel silenzio interiore.
La mālā offre un punto di ancoraggio stabile, che aiuta a rimanere concentrati e a ridurre le distrazioni.
La naturale tendenza della mente a divagare, spesso inquieta e saltellante come una “scimmia che passa da un ramo all’altro”, gradualmente si calma.
Con la costanza della pratica, si coltiva stabilità, chiarezza e quiete, uno spazio interiore di equilibrio e consapevolezza.
COME SCEGLIERE LA TUA MĀLĀ
Un’Esperienza Intima
Scegliere una japamālā è un gesto personale e initmo. Non è solo la scelta di un oggetto, ma l’incontro con una compagna di cammino che accompagnerà la tua crescita interiore.
La mālā diventa un’estensione di te, un ponte tra la pratica e l’intenzione, un simbolo della tua connessione più autentica.
La Scelta dei Materiali
Quando scegli la tua japamālā, il primo passo è riflettere sul materiale dei suoi componenti. Ogni pietra, seme, colore o forma possiede una propria energia e vibrazione.
Ascolta ciò che risuona con la tua natura: i materiali che attraggono la tua attenzione sono spesso quelli di cui hai più bisogno.
Numero e Calibro delle Perle
Il numero dei grani e la loro dimensione definiscono l’aspetto e la lunghezza della mālā.
Tradizionalmente ne conta 108, ma esistono anche versioni con 72, 54 o 27 grani, scelte secondo la pratica e le necessità personali.
Simboli e Nappina
I simboli antichi e le nappine colorate aggiungono bellezza e significato alla tua japamālā.
Ogni simbolo custodisce una storia e, con il tempo, alcuni potranno accompagnarti più da vicino, diventando promemoria delle intenzioni che desideri manifestare nella tua vita.
Lasciati Guidare dall’Intuizione
Lasciati guidare dall’intuizione
Quando scegli la tua japamālā, ascolta il cuore e lascia che l’intuizione ti conduca: quella giusta è quella che ti attrae naturalmente, quella che senti già parte di te.
Quando l’avrai trovata, usala con consapevolezza e gratitudine.
Ti aiuterà a mantenere vive le tue intenzioni più elevate, portando armonia nella meditazione e nella vita quotidiana.
