Pendenti Gaṇeśa: i più amati per la tua Mālā

Il Signore dell'Intelletto e della Saggezza

Gaṇeśa è il deva dell’intelletto e della saggezza. Noto anche come Gaṇapatī, [dal sanscrito “gaṇa” che significa “gruppo”, “moltitudine” o “categorie” e  “īśa” che significa “signore o maestro”] è il “Signore dei Gaṇa”, il “Signore delle moltitudini”, il  “Signore di tutti gli esseri”, il “Signore delle categorie. Tra i suoi epiteti “Vināyaka”, “colui che rimuove” e “Vighneśvara”, “il Signore degli ostacoli”.

Il Deva del Buon Auspicio

É il deva del buon auspicio che dona prosperità e fortuna,  rappresentazione di tutte le qualità che permettono di superare gli ostacoli della vita ed è per questo che viene tradizionalmente invocato all’inizio di una nuova impresa di cui ne garantirà il successo e la prosperità.

Il Mito della Nascita di Gaṇeśa

Esistono molti miti sulla sua nascita, uno dei quali lo indica come figlio di  Śiva e Parvatī e spiega il motivo per cui Gaṇeśa ha la testa di elefante. Si narra che Parvatī per proteggersi abbia generato Gaṇeśa dal proprio sudore per affidargli il compito di sorvegliare le sue dimore. Quando Śiva, suo marito, domandò di entrarvi, Gaṇeśa, non riconoscendolo, glielo impedì, suscitando l’ira di di Śiva che ordinò ad un servitore di decapitargli  la testa. In seguito, persuaso da Parvatī, Śiva chiese agli dei di sostituire la testa di Gaṇeśa con quella del primo animale incontrato, che fu l’elefante.La testa di elefante di Gaṇeśa  indica fedeltà, intelligenza e potere discriminante.

I Simboli di Gaṇeśa

LE MANI

Ha quattro braccia che rappresentano la mente, l’intelletto, l’ego e la coscienza. Nelle sue mani, una tiene un laccio ed un fiore di loto simbolo della forza che lega il devoto all'eterna beatitudine del Sé; l’altra tiene un’uncino, simbolo della recisione di tutti i desideri, apportatori di sofferenza; le altre due fanno il gesto del donare “varadamudrā” [ che simboleggia l’elargizione di doni] e il gesto  che dissipa la paure “abhayamudrā” [ che accorda la protezione divina].

LA ZANNA

Ha soltanto una zanna (ekadanta) che simboleggia la capacità di “spezzare” la dualità. Della sua sola zanna, si racconta che la Luna rise di lui poiché la sua pancia era scoppiata e da esse erano usciti tutti i dolci che aveva divorato. Per la gran collera,  Gaṇeśa spezzò una delle sue zanne e la gettò contro la luna che poco a poco divenne scura.

IL VENTRE

Il suo ventre è prominente poiché contiene infiniti universi ed è in grado di assimilare qualunque esperienza. Il piatto di dolci simboleggia l’abbondanza e la prosperità.

LA PROBOSCIDE

La proboscide ricurva indica le potenzialità dell’intelletto di discriminare tra reale e irreale e il tridente sulla fronte la sua padronanza sul tempo. 

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